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Ritenzione idrica o Insufficienza Venolinfatica
Spesso i pazienti si presentano dal medico dicendo: “Dottore, la sera ho le gambe stanche e pesanti, e la notte vado a cercare il fresco, ma quando cammino sto meglio, mi succede particolarmente in estate”, oppure si sente riferire “Dottore, le gambe mi fanno male, specialmente quando pizzico la pelle, ho i piedi e l’addome un po’ tesi e gonfi”.
Le gambe sono spesso tese e lucenti, la sera sono gonfie, si possono vedere fini capillari bluastri, pizzicando la pelle si nota la classica buccia d’arancia e, molto spesso, si provoca un fastidioso dolore. Mettendo i piedi in alto si produce sollievo poiché si riduce la stasi nei tessuti. Altre volte le pazienti riferiscono un netto miglioramento dopo aver camminato e fatto ginnastica, oppure dopo essere state alle terme.
Talvolta si sente dire che la pesantezza ed il gonfiore peggiorano bevendo il vino rosso, ma non il vino bianco. Non sono cose strane perché rientrano tutte fra i primi sintomi di una cellulite di tipo edematoso associata ad un’insufficienza venulolinfatica, caratterizzata dai piedi gonfi e da ritenzione idrica.
Tale sintomatologia non si trova in rapporto diretto con il volume delle varici, ma con la stasi e l’insufficienza del tono del microcircolo nonché con le alterazioni di miliardi di invisibili cellule situate nella matrice interstiziale che presiedono all’attività metabolica dei tessuti.
La cellulite, che molti erroneamente credono soltanto un danno estetico, provoca quasi sempre dolorabilità e pesantezza, anche con senso di tensione premestruale. Molte volte si associano delle vere patologie provocate dalle stesse sindromi cellulitiche, come le artrosi della caviglia e del ginocchio o le alterazioni del ciclo e della postura.
Occorre quindi ben diagnosticare non solo “ciò che si vede”, ma anche quello che si nasconde e che talvolta si fa sentire. Talvolta anche noi medici non riusciamo a ben comprendere la lingua usata da quelle cellule o da quei tessuti che chiedono aiuto.
Ed allora si arriva tardi alla malattia od all’inestetismo conclamato, spesso di difficile e faticosa soluzione.
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Ritenzione idrica o Insufficienza Venolinfatica
Spesso i pazienti si presentano dal medico dicendo: “Dottore, la sera ho le gambe stanche e pesanti, e la notte vado a cercare il fresco, ma quando cammino sto meglio, mi succede particolarmente in estate”, oppure si sente riferire “Dottore, le gambe mi fanno male, specialmente quando pizzico la pelle, ho i piedi e l’addome un po’ tesi e gonfi”.
Le gambe sono spesso tese e lucenti, la sera sono gonfie, si possono vedere fini capillari bluastri, pizzicando la pelle si nota la classica buccia d’arancia e, molto spesso, si provoca un fastidioso dolore. Mettendo i piedi in alto si produce sollievo poiché si riduce la stasi nei tessuti. Altre volte le pazienti riferiscono un netto miglioramento dopo aver camminato e fatto ginnastica, oppure dopo essere state alle terme.
Talvolta si sente dire che la pesantezza ed il gonfiore peggiorano bevendo il vino rosso, ma non il vino bianco. Non sono cose strane perché rientrano tutte fra i primi sintomi di una cellulite di tipo edematoso associata ad un’insufficienza venulolinfatica, caratterizzata dai piedi gonfi e da ritenzione idrica.
Tale sintomatologia non si trova in rapporto diretto con il volume delle varici, ma con la stasi e l’insufficienza del tono del microcircolo nonché con le alterazioni di miliardi di invisibili cellule situate nella matrice interstiziale che presiedono all’attività metabolica dei tessuti.
La cellulite, che molti erroneamente credono soltanto un danno estetico, provoca quasi sempre dolorabilità e pesantezza, anche con senso di tensione premestruale. Molte volte si associano delle vere patologie provocate dalle stesse sindromi cellulitiche, come le artrosi della caviglia e del ginocchio o le alterazioni del ciclo e della postura.
Occorre quindi ben diagnosticare non solo “ciò che si vede”, ma anche quello che si nasconde e che talvolta si fa sentire. Talvolta anche noi medici non riusciamo a ben comprendere la lingua usata da quelle cellule o da quei tessuti che chiedono aiuto.
Ed allora si arriva tardi alla malattia od all’inestetismo conclamato, spesso di difficile e faticosa soluzione.
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